Presto un coordinamento delle forze politiche del frusinate per affrontare le diverse vertenze
Si rimette in moto la “macchina” istituzionale a sostegno della vicenda dei 1300 lavoratori della Videocon, ma anche di altre vertenze della provincia di Frosinone, lavorando ad un coordinamento di forze politiche che si faccia portavoce presso il Ministero dello Sviluppo Economico di un disagio sociale, oltre che economico, sempre più allarmante nel frusinate. Questa la finalità della riunione convocata dall’Assessore provinciale alle Attività Produttive, Francesco Trina, presso il Palazzo di Piazza Gramsci, a cui hanno preso parte alcuni consiglieri regionali, qualche sindaco e rappresentante delle amministrazioni comunali dei territori interessati dalla vertenza, le varie organizzazioni sindacali e diversi lavoratori. Negli interventi di questi ultimi l’esasperazione per una situazione che si protrae ormai da anni, con un rincorrersi di notizie, un susseguirsi inconcludente di iniziative di protesta, spesso eclatanti, un ripetersi di incontri ed un rinnovarsi di impegni da parte di politici e rappresentanti istituzionali, che finora non hanno portato a nessuno sviluppo positivo della vertenza. Un risultato che oggi si cerca di ottenere mettendo in campo nuove iniziative, che andranno ad affiancare la prossima manifestazione provinciale davanti ai cancelli dello stabilimento, per la quale si chiamano a raccolta anche i lavoratori di altre aziende in crisi. Proposto dall’Assessore Trina l’invio di 10 mila cartoline con l’immagine dello stabilimento VDC presso il Ministero e di missive da parte delle istituzioni locali per sollecitare l’intervento del Ministro Romani, affinché si accelerino i tempi per la ristrutturazione del debito con Banca Intesa così da consentire l’ingresso di nuovi imprenditori, disposti ad investire e ad avviare una reindustrializzazione del sito di Anagni. Proposte che saranno vagliate, insieme ad altre, nella prossima riunione con le parti sociali, in cui ci si dovrà confrontare anche con quel clima di sfiducia mista a rassegnazione che serpeggia sempre più tra i lavoratori.