Pubblichiamo il comunicato stampa diramato dall'associazione Rete per la Tutela della Valle del Sacco
Sabato 18 aprile si è svolto il seminario organizzato dalla Rete per la Tutela della valle del Sacco (retuvasa) sullo stato dell'arte della gestione del Sito di Interesse Nazionale (SIN) e della bonifica delle aree inquinate. I lavori, coordinati da Roberto Rosso di Retuvasa, sono stati introdotti da Alberto Valleriani -presidente di Retuvasa- che ha illustrato le varie tappe attraversate, dalla nascita del SIN, alla gestione commissariale, il declassamento da parte del ministero dell'ambiente del ministro Clini con gli errori di definizione delle aree, il rigetto del provvedimento da parte del TAR sino all'attuale processo amministrativo che deve ridefinire la perimetrazione del SIN. L'ing. Fabio Ermolli di ARPA Lazio sezione provinciale di Roma ha illustrato in modo approfondito metodologia e pratica della caratterizzazione dei siti inquinati ossia quel processo che ha come obiettivo la individuazione e l'analisi completa dello stato di inquinamento, concentrandosi sull’area industriale di Colleferro e sui risultati allo stato dell’arte. C’è da sottolineare che le fasi di caratterizzazione dell’ex area BPD hanno evidenziato, per il suolo, forti contaminazioni per le aree denominate Arpa1, Arpa2, Benzoino,OCR, Ex Cava di Pozzolana, Caffaro Chetoni e modeste contaminazioni nelle aree denominate Se.Co.Sv.Im. ex Edison, Italcementi, CSC, Se.Co.Sv.Im, ARC. Sono stati riscontrati superamenti principalmente per metalli (Arsenico, Mercurio, Cadmio, Zinco, Rame, Nichel, Vanadio, Ferro, Manganese) fitofarmaci (DDD, DDE, DDT, Dieldrin, Clordano, HCH, Idrocarburi C>12), diossine e PCB.
Per le acque sotterranee l’area risulta molto più vasta e interessa indicativamente il 60% dell’ex area industriale andando ad interessare anche il consorzio Vallesettedue con modeste contaminazioni con superamenti principalmente per metalli (Cromo VI, Alluminio, Arsenico, Ferro, Manganese, Mercurio, Piombo), fitofarmaci (DDD, DDE, DDT, diedri, clordano, HCH, idrocarburi C>12), BTEX, solventi. Il dott. Francesco Blasetti del dipartimento di epidemiologia dell'ASL Roma G-E ha illustrato in modo sintetico, l’attività di sorveglianza sanitaria ed i suoi risultati, ha poi risposto ai molti interrogativi proposti dai partecipanti al seminario.
Lo studio, finora, ha interessato 502 persone, 183 famiglie evidenziando che i soggetti sottoposti a biomonitoraggio presentano maggiore contaminazione per le donne e gli anziani, persone che hanno bevuto acqua da pozzi privati e consumato cibo locale con possibili accostamenti a effetti genetici o di familiarità. I primi risultati del rapporto di sorveglianza hanno segnalato che l’esposizione ambientale al Beta-HCH può influire sul metabolismo dei lipidi, la funzionalità renale, la regolazione degli ormoni sessuali nelle donne, i livelli di cortisolo ematico e lo stato cognitivo. Il Dott. Blasetti ha evidenziato gli svantaggi della metodologia applicata a questo tipo di studio ricondotti a: disegno trasversale, no migliori stimatori di grasso corporeo (es. circonferenze), no misurazione pressione sanguigna, no info su ipertensione e farmaci, 22% di soggetti esclusi per campioni non idonei. Tra i vantaggi: l’esito è stato rilevato direttamente attraverso un prelievo di sangue analizzato da un laboratorio di analisi, è da considerare un primo programma di popolazione per fornire risposte tecniche capaci di informare le istituzioni.
In conclusione occorrerà un’osservazione longitudinale. Da marzo 2013 è iniziato il primo follow-up della coorte che prevede la ripetizione degli esami di laboratorio e strumentali con l’aggiunta di: elettroliti, visita cardiologica, elettrocardiogramma, misurazione pressione arteriosa, eco-doppler delle vene carotidee, misura circonferenza vita, info farmaci da questionario. Da ultimo la dott.ssa Sara Taviani ha fornito una descrizione della struttura delle falde acquifere restringendo il quadro dal livello regionale sino al territori in cui si colloca Colleferro comprensivo di aree inquinate e discarica. Sicuramente da approfondire il fatto che per quanto riguarda i barrieramenti idraulici sarebbe opportuno lavorare su un’indagine degli acquiferi su area vasta e non sostanzialmente su quelli sottesi alle aree contaminate. Non è potuto intervenire per ragioni di salute il prof. Paolo Viotti, ma si è dichiarato disponibile a collaborare alle prossime iniziative.
Alle relazioni del seminario vanno segnalati alcuni eventi degli ultimi tempi. Un dato positivo è una nuova modalità di intervento partecipato per la proposta di perimetrazione del SIN Valle del Sacco che nelle prossime settimane verrà discussa dai Comuni, dalle istituzioni sanitarie e di controllo, dalle reti associative del territorio. Una pessima notizia viene invece dal Ministero della Salute che ha interrotto i finanziamenti dello Studio SENTIERI (studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento), tuttora finanziato esclusivamente dall’ISPRA con notevoli difficoltà economiche dovute anche alla riorganizzazione dell’ente, che negli anni ha prodotto un rapporto sulla realtà sanitaria dei singoli SIN inserita nel contesto nazionale.
In conclusione questo seminario costituisce un primo momento, a cui altri seguiranno, di un percorso finalizzato a ricostruire il quadro organico dei problemi ambientali del territorio di Colleferro e della Valle del Sacco. In questo percorso ai momenti seminariali si affiancherà la costituzione di un gruppo di lavoro di esperti delle diverse discipline necessarie a comprendere i fenomeni di inquinamento che investono il nostro territorio, e le necessarie opere di bonifica, indispensabili per la realizzazione di un futuro diverso. Assieme al gruppo di lavoro si lavorerà alla costruzione di strumenti per la condivisione delle informazioni acquisite e delle conoscenze prodotte.
Integrare le conoscenze è necessario per prendere le decisioni corrette, ma tutti i cittadini devono poter partecipare comprendendo il contesto di quelle decisioni.